Immergersi a passo lento nell’area che riveste le prime pendici collinari sulla riva sinistra del Fiume Trebbia, permette di scoprire a due passi da Rivalta Trebbia (Piacenza) un luogo ricco di storia.
I boschi non sono tutti uguali. In parte le differenze sono dovute alla natura, come la piovosità o le caratteristiche geologiche del terreno, in parte è l’uomo, con i suoi insediamenti e le sue attività, a determinare la storia e i destini di un bosco. Il Bosco di Croara, qualunque sia il parametro che si assume, è un bosco fortunato; si è conservato sino a oggi per precisa volontà dei proprietari, che utilizzavano le radure aperte al suo interno per il pascolo di bovini di razza Limousine.
L’antico habitat non è alterato, da opere idrauliche o di disboscamento alla conversione agricola effettuata nei secoli XI-XX, perciò è un ambiente naturale integro in cui le specie aliene, come la Robinia, faticano ad entrare.
Una vera e propria enciclopedia a cielo aperto.
Geosito di Croara
In destra del Trebbia, le superfici rialzate del margine appenninico parzialmente erose dai corsi d’acqua durante gli ultimi millenni, ospitano suoli tra i più antichi della regione Emilia Romagna.
Questi “Paleosuoli“, raccontano la storia del margine appenninico dal Pleistocene medio (2,58 milioni di anni fa) sino ad ora. Si tratta di suoli impilati gli uni sopra gli altri (ghiaie intercalate da sabbia e limo) che raccolgono al loro interno una miriade di informazioni legate all’ambiente ed al clima in cui si sono formati.
Lo studio dei diversi livelli colorati permette di individuare quanti suoli sovrapposti vi siano, e attraverso le caratteristiche che essi mostrano, si comprende che lo stesso suolo ha attraversato diversi periodi con climi caldi con stagioni fortemente pronunciate e climi più umidi e probabilmente meno caldi.
Il suolo sabbioso, di colore giallo arancio e bruno rossiccio, e le lenti di ciottoli, anche di grandi dimensioni, testimoniano quindi l’origine fluviale del substrato su cui si estende il Bosco. Durante i periodi glaciali, secchi e ventosi si è depositato lo strato di löss, sedimento trasportato dal vento e proveniente anche da altri continenti, specie dalle aree desertiche, mentre durante i periodi interglaciali caldi e umidi si è formato il suolo. Le rocce dei ciottoli, sono le litologie tipiche della Val Trebbia: ofioliti, arenarie, qualche ciottolo di granito.
Tra Geologia & Archeologia
Un suolo nato all’epoca in cui si è arretrato l’ultimo ghiacciaio continentale, è l’età della pietra. I continenti sono essenzialmente nelle loro attuali posizioni, e gli uomini stanno evolvendo nella loro forma attuale, si sviluppa la tecnologia con l’introduzione dei primi strumenti in pietra, fino all'età moderna, il suolo di Croara racconta ancora oggi la sua storia.
Rovere, cerro e roverella dominano lo strato arboreo, mentre nel ricco sottobosco oltre a diverse belle piante erbacee, compaiono specie rare e protette come il giglio rosso e diverse orchidee.
Lembi di castagneto in abbandono rivestono gli angoli più freschi ai lati del rio Colombara.
Il Parco
Nel Bosco di Croara la Natura è Artista. Sorprendenti le installazioni di Land Art che si possono ammirare, quella forma d’arte contemporanea in cui l’artista interviene direttamente negli spazi incontaminati e le opere hanno carattere effimero, generalmente affidate alla documentazione fotografica e video, perché non conservate in un museo.
Pregio naturalistico e bellezza vanno salvaguardati, quindi nel Bosco di Croara ci sono regole da rispettare.
Oltre a quelle immancabili del buon senso, vengono in aiuto quelle del Parco Regionale del Trebbia, di cui fa parte.
Il sentiero nel Bosco di Croara
Tutte le indicazioni utili per addentrarsi nel boscoLa Ciclovia del Trebbia
Il tragitto da: “Piacenza – Rivalta” per giungere ai Boschi di Croara# Sabato Parco
Ogni primo sabato del mese per fare due passi in compagnia..