A venti minuti da Rivalta Trebbia c’è un Museo che racconta il vino, in un luogo unico dedicato alla cultura del vino e alla civiltà del bere, nell’Azienda Agricola “La Tosa“.
Quando sali le dolci colline, ti accolgono i vigneti punteggiati da cartelli con le indicazioni tecnico-scientifiche del terreno, del vitigno e della coltivazione. È il “benvenuto” dei fratelli Stefano e Ferruccio Pizzamiglio, che presentano così la carta di identità della loro Azienda.
Siamo in Emilia Romagna, a due passi da Piacenza. Qui si sono trasferiti da Milano per amore del vino, musa ispiratrice.
Se la “vite” è il centro della loro passione, anche il territorio e la sua storia ne fanno parte. Coltivare e produrre di qualità è possibile solo se conosci e rispetti, è la loro filosofia e forza. Così sono riusciti, in terra di vini frizzanti, a produrre anche vini fermi, strutturati, complessi e longevi, oltre ai morbidi.
Condividere passione ed esperienza, per raccontare con il vino il lavoro ed il territorio, da qui nasce l’idea del Museo interattivo. Con questo sguardo puoi “gustare” il “Museo della Vite e del Vino“, che hanno dedicato al padre Fernando, in un itinerario di visita suddiviso per lavorazione, con oltre 500 pezzi legati alla vitivinicoltura locale.
Immersi in quel sapore antico ritrovi l’ambiente familiare che ha dato sostanza al paesaggio, senza nostalgia, perché scopri che il processo produttivo del vino è rimasto immutato nei secoli e le operazioni più delicate, almeno nelle produzioni di alta qualità, continuano ancora ad essere eseguite con la cura e la precisione che solo l’occhio e la mano sapiente dell’artigiano viticoltore sono in grado di assicurare
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Non un luogo dove si apprende come si fa il vino, ma un luogo che parla del rapporto tra noi e “lui”.
Quando vedi appesi gli strumenti di coltivazione accanto ai tralci di vite, c’è pure un cannoncino antigrandine, e poi il carro botte per il trattamento con il verderame, i tini per la pigiatura, il grande torchio francese, che campeggia con le sue ruote per raggiungere le varie aziende, e i filtri del mosto nell’armadio, fino al tavolo di lavoro del bottaio,…ti accorgi che stai attraversando il ritmo delle stagioni e del tempo, stai camminando dentro il mondo del vino, accompagnato da didascalie, immagini, video, vetrofanie.
Non un museo statico quindi, perché puoi prendere in mano schede con quesiti o avviare video su vari argomenti e aprire cassetti che contengono storie e parole, in un percorso di domande e risposte.
Dalla vigna passando per la cantina, il percorso termina in biblioteca, con più di 1100 libri di viticoltura ed enologia, in lingua italiana, francese e tedesca, oltre a mappe catastali dei vigneti e dei terreni agrari, stampe, manifesti pubblicitari di inizio Novecento, che promuovono l’industria e l’artigianato vinicoli. Sono opere d’arte per l’accuratezza tecnica, ma anche per la qualità grafica e la raffinata creatività.
In Emilia-Romagna, terra di vini, il Museo allestito nell’Azienda “La Tosa” è uno degli unici due presenti su questo argomento.
Con il “Museo Etnografico Val Trebbia” ed il “Mulino Borgo Lentino” Val Tidone, forma l’eco-museo della civiltà contadina in provincia di Piacenza.
Diffondere la cultura del consumo consapevole del vino insieme alla cultura del territorio, è la sfida in essere che “La Tosa” sta esportando anche oltre i confini, dal Giappone all’Australia, dagli Stati uniti alla Russia, in tutto il mondo, accompagnando i successi delle produzioni.
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